Le più belle fiabe dei fratelli Grimm
Fratelli Grimm (Pagina 2)
26Fratellino e sorellina
Il fratellino prese la sorellina per mano e disse: Da quando è morta la mamma, non abbiamo più avuto un'ora di bene: la matrigna ci picchia ogni giorno e quando andiamo da lei ci caccia a pedate. I tozzi di pane raffermo sono il nostro cibo, e il cagnolino sotto la tavola sta meglio di noi: a lui getta ogni tanto qualcosa di buono. Dio mio, se lo sapesse la nostra mamma! Vieni, ce ne andremo insieme per il mondo. Camminarono tutto il giorno attraverso prati, campi, sentieri sassosi, e, mentre pioveva, la sorellina disse: Dio e i nostri cuori piangono insieme. La sera giunsero in un gran bosco,Legga la fiaba → 27La piccola guardiana di oche
C'era una volta una vecchia regina, vedova da molti anni, che aveva una bella figlia. Quando fu cresciuta, la fanciulla fu promessa a un principe che abitava lontano. Giunto il tempo delle nozze, quando dovette partire per il regno straniero, la vecchia madre preparò per lei arredi preziosi e gioielli, oro, argento, coppe e monili: in breve, tutto ciò che si addice a una dote regale, poiché‚ amava teneramente la figlia. Le diede inoltre una fantesca che doveva accompagnarla e consegnarla nelle mani dello sposo; ed entrambe ebbero un cavallo per il viaggio; quello della principessa si chiamavaLegga la fiaba →
31La serpe bianca
C'era una volta un re potente e saggio che ogni giorno, a pranzo, quando la tavola era sparecchiata e non c'era più nessuno, si faceva portare ancora un piatto, coperto, da uno dei suoi servi più fedeli. Solamente lui ne mangiava, poi lo richiudeva, e nessuno sapeva che cosa vi fosse dentro. Un giorno avvenne che il servo, quando il re gli diede il piatto da portare via, non seppe resistere alla tentazione, lo portò nella propria camera, lo aprì e vi trovò dentro una serpe bianca. Vedendola gli venne una tale voglia di mangiarne che non pot‚ trattenersi: ne tagliò un pezzetto e se lo mangiò. MLegga la fiaba → 34Il tavolino magico, l'asino d'oro e il randello castigamatti
C'era una volta un sarto che aveva tre figli e una sola capra. Siccome questa doveva nutrirli tutti e tre con il suo latte, il sarto voleva che le si desse della buona erba e che, ogni giorno, la si conducesse al pascolo. Così i figli la portavano a pascolare a turno. Il maggiore la portò al camposanto, dove c'era l'erba più bella, e la lasciò scorrazzare liberamente. La sera, venuta l'ora del ritorno, domandò: -Capra, hai mangiato a sazietà?-. La capra rispose:-Ho mangiato a sazietà, neppure se ne avessi voglia potrei farci stare una foglia: bèee! bèee!--Allora andiamo a casa- disse il giovanLegga la fiaba → 37Occhietto, Duocchietti, Treocchietti
C'era una volta una donna che aveva tre figlie: la maggiore si chiamava Occhietto, perché‚ aveva un occhio solo in mezzo alla fronte; la seconda, Duocchietti, perché‚ aveva due occhi come tutti gli altri; e la terza, Treocchietti, perché‚ aveva tre occhi, e il terzo proprio in mezzo alla fronte. Ma poiché‚ Duocchietti era proprio come tutti gli altri, la madre e le sorelle non la potevano soffrire, e le dicevano: -Con quei due occhi, non sei meglio della gente comune! Non hai niente da spartire con noi-. E la spingevano di qua e di là, le gettavano dei brutti vestiti, le davano da mangiare solLegga la fiaba → 41La chiave d'oro
Un giorno d'inverno, mentre una spessa coltre di neve copriva la terra, un povero ragazzo fu mandato a cercare della legna. Dopo averla raccolta, siccome sentiva molto freddo, prima di rincasare decise di accendere un fuoco per scaldarsi un po'. Sul terreno, dove la neve si era sciolta, vide una chiave d'oro. Ritenendo che dove c'è una chiave non possa non esserci anche una serratura, scavò e scavò finché trovò una piccola scatola di ferro. Se con questa chiave riesco ad aprirla, pensò, di sicuro dentro troverò qualcosa di grande valore. Così si mise a cercare il buco della serratura, ma riuscLegga la fiaba → 48Il buon affare
Un contadino aveva portato la sua mucca al mercato e l'aveva venduta per sette scudi. Tornando a casa doveva passare vicino a uno stagno; già da lontano udì le rane gracidare: Qua, qua, qua, qua. – Sì, disse fra sé‚ le senti strillare fin dal campo d'avena. Sette scudi ho riscosso, non quattro. Quando fu vicino all'acqua gridò: Stupide bestie che siete! Non vi hanno informato meglio? Sono sette gli scudi, non quattro! Ma le rane continuarono a fare qua, qua, qua, qua. – Be', se non volete crederci posso contarveli. Tirò fuori il denaro di tasca e contò i sette scudi, cento soldi per volta. MaLegga la fiaba →